Grand Theft Auto V, il crimine paga - Recensione



Nel mondo dei videogiochi, la Rockstar Games è conosciuta principalmente per due motivi: tra le porte dell’azienda non è mai passato nemmeno un briciolo di notizia sfuggita, non un segreto né una voce di corridoio, solo tanti silenzi ed altrettanti “non posso rispondere” alle sporadiche interviste. Ciò fa di Rockstar una delle case di produzione ancora in grado di poter stupire e di poter lavorare per quanto tempo desidera lontano da ogni pressione mediatica. Il secondo motivo è, un po’ più banale a dire il vero, che il nome Rockstar è preceduto dalla fama dei suoi titoli, i GTA in primis. Questa ormai storica quanto iconica serie ha settato nuovi standard per il genere oltre ad innovarlo di produzione in produzione. L’ultimo Grand Theft Auto ha superato ogni record di vendita con ben 1 milione di copie piazzate in meno di una settimana, ma cosa c’è alla base del successo della quinta iterazione? 


Siam tre piccoli porcellin'
GTA V narra le avventure di Franklin, un ladro d’auto specializzato che si arrangia per campare, Micheal De Santa, un miliardario che ha inscenato la sua morte per tirarsi fuori dal giro criminale, e Trevor Philips, un sociopatico reduce di infanzia difficile e ex migliore amico di Micheal. Tutti e tre sono in cerca del sogno americano, così dopo una serie di eventi che li congiunge (ricongiunge, nel caso degli ultimi due), decidono di iniziare a rapinare banche e gioiellerie. Riassunta in questo modo la narrativa di GTA sembra uscire direttamente da un film scadente degli anni ’80, ma vi assicuro che per tutta l’avventura le rapine non saranno che l’ultimo dei vostri interessi nella trama, la quale si concentra buona parte sul rapporto tra i protagonisti nonché sui loro background. È palese quindi che il fulcro dell’esperienza narrativa siano proprio i personaggi, caratterizzati e studiati alla perfezione per apparire più credibili possibili; ogni movimento, parola, tono di voce e pensiero tende a delinearne ulteriormente il profilo psicologico, mai banale né (per nostra fortuna) stereotipato. Al di là delle missioni principali si disporrà di missioni secondarie contestualizzate da personaggi “sconosciuti e folli”: alcuni di essi parteciperanno alla chiusura del cerchio narrativo di GTA, altri saranno delle grandissimi citazioni, mentre altri ancora saranno solo ironicamente “sconosciuti e folli”. Con più di 30 ore di gioco necessarie per arrivare ai titoli di coda, GTA offre una campagna tra le più longeve per il genere, intrigante, sempre chiara e piacevole da seguire, che però, al di là delle quest secondarie, non offre granché e potrebbe persino far trasparire quel senso di ripetitività che da sempre affligge il genere. 



Passando invece alla parte ludica della produzione, bisogna dire che non essa vi si distacca molto dai canoni della serie pur introducendo qualche simpatica chicca. Se ci fosse un termine per definire al meglio la vagonata di gameplay dei Grand Theft Auto questo sarebbe di sicuro vicino alla concezione di “eclettico” poiché gli sviluppatori si sono cimentati in tutto: corse in macchina, motociclette, veicoli, barche, strip club, yoga, tennis, paracadutismo, rapine e molto altro ancora riuscendo sempre a rendere ognuna di queste attività divertenti e mai noiose. Rispetto ai precedenti capitoli vi è la possibilità –come accennato in precedenza- di seguire le avventure di tre personaggi diversi semplicemente premendo un tasto rimbalzando così di personaggio in personaggio. Ciò amplia non solo la narrativa ma anche l’offerta ludica della produzione siccome ogni personaggio avrà conoscenze che gli permetteranno di fare un’azione in più rispetto agli altri. Franklin potrà fare gare di paracadutismo con Don, mentre Trevor andrà a caccia con un calibro 50 grazie a Cletus e così via. Infine, in esclusiva next gen, GTA potrà essere impostato in prima persona, modificando pesantemente l’impatto ludico e introducendo una gradevole impostazione che aumenta il tasso di rigiocabilità. Ah, ovviamente i comandi e i menù si riadattano per la prima persona, impostazione che necessita la pressione di un tasto per essere attivata senza alcun caricamento.
 Ma tutto sommato è davvero inutile cercare di descrivere il mastodontico gameplay di gta, poiché anche il semplice racchiuderlo in stringhe di testo sminuirebbe il lavoro della casa americana, la quale merita solo una standing ovation per un titolo che, ludicamente parlando, è pressappoco perfetto. Giocare per credere.

I <3 Los Santos
Perché reputo GTA un gioco pressappoco perfetto come detto poc’anzi pur non amando il genere? Per San Andreas, una delle migliori ambientazioni mai esistite. Non che brilli particolarmente per ricercatezza d’immagine o per una variante artistica particolarmente accennata, tutt’altro, il mondo di gioco è rigidamente realistico. Ed è proprio per questo che è da lodare. Aiutato da un gameplay che ne aumenta l’immersività e da profili di personaggi plausibili, l’intero microuniverso di GTA V non può che stupirvi per il suo potere di emulare –ma anche parodizzare- la società del 2014 composta da tecnologia, anonimato, fama e social network. Che sia una passeggiata al tramonto sul molo, o un raid in una base militare in notturna, GTA rimarrà impressa per la fedeltà con la quale si attiene a questo mondo. Al nostro mondo. E con l’eleganza tagliente con la quale lo prende in giro, sottolineandone stereotipi, vizi e assurdità. 





Infine, è doveroso spendere due parole per sottolineare l’importanza del profilo tecnico. Esso infatti è uno dei migliori di tutto il panorama videoludico attuale, uno dei pochi titoli a potersi vantare dell’impatto d’immagine per quantità di poligoni e luci a schermo.  Vedere Los Santos di notte adornata di luci e neon, costeggiare il lungomare in macchina al tramonto osservando i riflessi distorti sulla carrozzeria, e persino farsi incantare da una semplice alba in montagna è sempre magnifico e non stanca. Se poi ci si sofferma su tutti i dettagli (poligonali e non) che governano il mondo di gioco non se ne esce più, o meglio, se ne esce sempre più compiaciuti di un tale zelo, ormai raro nell’industria.

Pensiero Finale
Non basterebbero 10'000 battute per elogiare il lavoro sublime dei ragazzi di Rockstar. Il gioco è di per sé superbo ed è impreziosito da dettagli di ogni tipo. Che sia un dialogo volto a citare un film, una particolare marca sui cartelloni pubblicitari, lo schermo rotto di un telefono o il banale “tac tac” delle vetture ancora calde, ovunque il giocatore si volti è innegabile la cura per il mondo di gioco al limite del maniacale. Controversie per disinformazione giornalistica a parte, Grand Theft Auto V è un gioco che tutti dovrebbero giocare almeno una volta per capire che l’industria, alla luce di ciò, non è affatto in declino. GG Rockstar.

Valutazione Complessiva: 10/10


Commenti

Post popolari in questo blog

Kingdom Hearts: Birth by Sleep, la fragile fiaba della nostalgia - Retrocensione

Life is Strange, la farfalla dalle ali blu - Recensione

The Journey, il viaggio senza inizio né fine - Recensione