Deus Ex - Dal 2000 con furore
Sviluppatore: Ion Storm Dallas
Publisher: Eidos
Data d'uscita: 22 giugno 2000
Genere: Rpg, Action Rpg, Stealth, FPS
Piattaforme: PC, PS2
<<Abbiamo dovuto sopportare molte cose, ma presto
tornerà l'ordine, una nuova epoca. Tommaso d'Aquino parlava della mitica Città
Celeste. Presto quella città diventerà reale, e noi saremo incoronati come
re... Ancora più che re: Dèi.>> -introduzione del gioco
Theos, Deus, Uomini
L’uomo ha sempre cercato di sopraffare la natura. Ha
colonizzato l’intero pianeta, ne ha spolpato tutte le risorse per una vita di
agi e benessere, evadendo da ciò che è il triste fato della condizione umana. Ha
ampliato le proprie conoscenze e ha superato i suoi limiti, evolvendosi col
tempo e adattandosi ai cambiamenti. Tuttavia, il più grande sbaglio commesso
della progenie umana è quello di non comprendere di essere invischiati in
qualcosa di più grosso di loro, un disegno universale mosso dalla natura
stessa. Questo divario tra uomo e natura è stato colmato nel più recente
passato con la scienza, che ci ha permesso di schiavizzare il pianeta intero. Le
macchine sono una dimostrazione più che lampante del dominio umano sul mondo,
nonché testimonianza del suo genio ed egoismo. Deus Ex cavalca l’onda di questa
filosofia. Abbraccia il concetto di uomo come padrone del mondo e non più
vincolato ad esso. Siamo nel 2053, e l’ultima frontiera è l’aumento del proprio
corpo, o “augment”, che detto all’inglese rende meglio. L’uomo si è fuso con la
propria invenzione, si è unito alle macchine da lui create e ha finalmente
superato ogni limite imposto dalla natura, o quasi. Il protagonista è JC
Denton, agente segreto dell’UNATCO, il quale è stato sottoposto al trattamento
di augment per potenziare il corpo e renderlo adatto ad ogni missione. A causa
di una serie di eventi, che nonostante i 15 anni del gioco non sto qui ad
annoverare, JC si trova ad indagare sul suo passato oscuro e a scoprire le
intenzioni di una delle più influenti organizzazioni mondiali. Ad una prima
occhiata Deus Ex potrebbe riportare alla mente Matrix e Terminator, pellicole
dalle quali il titolo di Ion Storm attinge molto, ma vi assicuro che le tre
opere sopra riportate differiscono molto l’una dall’altra. Sotto il profilo
concettuale, la tecnologia vista in Matrix rappresenta una gabbia opprimente
per l’umanità dalla quale non si può fuggire; Il Terminator nell’omonimo film
racchiude in sé il terrore dell’uomo verso questo settore in sviluppo; e in
Deus Ex è la tecnologia ad essere a disposizione dell’uomo e non viceversa: il
mondo è controllato da una fitta rete di comunicazione fatta di macchine, ma
queste fanno capo all’intramontabile specie umana. Così Ion Storm Dallas ci
accoglieva nel lontano 2000 con uno dei migliori background utopistici mai
visti in un videogame, che riesce persino tutt’ora a battersi con alcuni dei migliori
titoli in commercio.
Ma l’universo
narrativo non è l’elemento determinante che ha acceso la scintilla del successo
di Deus Ex. Ciò che ha permesso al titolo di sollazzarsi sul trono del GOTY
2000 è il suo gameplay di una profondità inaudita. È però difficile collocare
Deus Ex in un genere prestabilito. Lungi dal volerli evadere tutti come fece
The Journey, attenzione. Se nel cinema Star Wars è considerato il primo film “postmoderno”
poiché al suo interno accoglie più generi, si può tranquillamente affermare che
Deus Ex è la trasposizione ludica del postmodernismo. Deus Ex è in prima
persona ma non può essere etichettato come FPS data l’assenza di vere fasi d’azione
incentrate sulle skill del giocatore. Non può essere nemmeno inquadrato come un
vero e proprio stealth siccome alcune meccaniche già presenti in altri titoli contemporanei
qui sono poco sviluppate. A detta del sottoscritto, Deus Ex pende verso il genere
ruolistico; antecedente addirittura al prologo, è infatti la distribuzione dei
punti abilità di JC, caratteristica introdotta e rivisitata dalla serie Gdr Fallout
di qualche anno prima. Delle produzioni ruolistiche è anche l’elaborazione di
una strategia prima dell’azione sul campo di battaglia, studiando nemici, armi
e munizioni a disposizione. JC è un superuomo, e in quanto tale può associare
potenziamenti passivi alle parti del corpo mediante apposite centraline.
Inoltre, sempre relativa agli arti è la gestione della salute, vanto di Arma 3
ai giorni nostri. Se le braccia sono danneggiate JC farà difficoltà a mirare,
le ferite alle gambe lo rallenteranno e i colpi in testa procureranno dei
problemi alla vista. Infine, va approfondita la contestualizzazione del
background narrativo. Il 2053 è un anno iperfuturistico, computer e password
sono motori di questo pianeta. JC disporrà di un codice in grado di violare
ogni computer, modificando a proprio piacere il comportamento di robot o
telecamere nemiche. Tuttavia, il gioco premia il giocatore che esplora l’ambiente
circostante (ancora una caratteristica dei Gdr): girando per le mappe è
possibile annotare codici e password di determinati pc, oppure tentare di
violarlo con il codice universale. Nel secondo caso però il tempo per agire al
computer sarà limitato e nel caso il tempo dovesse scadere suonerà l’allarme,
rendendo inutilizzabile il terminale per quale minuto. Ma queste sono solamente
alcune delle meccaniche che governano l’economia di gioco, poiché ad elencarle
tutte nel dettaglio non basterebbero 10'000 battute. In sintesi, Deus Ex
presenta un gameplay articolato, profondo e perfettamente bilanciato, in grado
di competere ancora oggi.
Concludendo...
Deus Ex è un titolo che ha fatto la storia, né più né meno.
Agli occhi di chi è abituato ai videogame “moderni” Deus Ex sarà tedioso,
incongruente e frammentato. Ma basta spostare la mente di una dozzina di anni
indietro per poter apprezzare il capolavoro di Ion Storm e di certo poterne
elogiare per la sua capacità innovativa. Eidos all’epoca ci vide bene con Deus
Ex, speriamo solamente che il nuovo capitolo targato SquareEnix in arrivo
questa primavera regga bene il confronto con l’originale. Intanto correte su Gog.com e affini a recuperare questo gioco, ne varrà la spesa.


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