The Walking Dead, un racconto di Telltale - Recensione


 Sviluppatore: Telltale Games   Publisher: SquareEnix   Disponibile per PS3/4/Vita, X360/One, PC/Mac, iOS/Android    Disponibile da: anteprima 24 aprile 2012 

Nel 2003, un fumettista americano noto come Robert Kirkman ebbe la stravagante idea di creare un fumetto a tema zombie, nel quale ansia e paura della morte erano le emozioni che lo governavano. Tempo pochi anni ed il fumetto ebbe un successo strepitoso, a tal punto che l’IP venne acquisita da AMC per dar vita ad una serie tv. TellTale non è rimasta a guardare, e ha collaborato con Kirkman in persona per regalare all’industria un videogame atipico, perché di “game” in senso stretto ha ben poco.


I’m Lee, what’s your name kid?
La trama narra di Lee Everett, un uomo coinvolto in un omicidio che a causa di un incidente stradale si ritrova faccia a faccia con l’inferno sceso in terra. Terrorizzato da tutti gli “erranti” –citazione del fumetto, non viene mai pronunciata la parola zombie- in circolazione, egli cerca riparo in una casa abbandonata e lì incontra Clementine, una tenera bambina di soli 8 anni i cui genitori sono rimasti intrappolati in un’altra città. I due si capiscono l’un l’altra e decidono di formare una squadra per cercare un rifugio migliore e raggiungere i genitori della bambina. Nonostante l’incipit appaia trito e ritrito per una zombie story, la trama di The Walking Dead si presenta piuttosto degnamente e prosegue con un ritmo perfetto. Ad alcuni la storia potrà a tratti ricordare quella di The Last of Us, ma tra la produzione TellTale e quella targata Naughty Dog ci sono differenze a dir poco abissali. In primo luogo il gameplay, preponderante nel secondo ma quasi assente nel primo; TellTale ha infatti scelto di sacrificare la parte ludica della produzione in favore di un gioco story-driven, rivisitando a suo modo quelle che sono le basi dell’avventura grafica e riuscendo alla perfezione nel suo intento. In secondo luogo, la trama stessa. L’epopea di Joel ed Ellie prosegue lungo un solo percorso, mentre quella Intrapresa da Lee e Clementine incappa in più bivi narrativi, in modo non troppo dissimile dalle produzioni di David Cage. Tuttavia, la trama resta una e immutabile, e le scelte compiute lungo l’avventura vanno a intaccare solamente aspetti secondari, come la presenza di un personaggio piuttosto che un altro. Dunque, rigiocando il titolo e compiendo scelte differenti non aspettatevi di vivere la storia in modo radicalmente diverso. In ogni caso, la storia di The Walking Dead è veramente ben scritta e risulta godevole ad ogni partita grazie alle evoluzioni dei rapporti tra i personaggi che cambiano a seconda delle vostre scelte e dei climax che non stancano mai. Dato che il gioco offre non più di 2 ore di gioco per episodio, consiglio calorosamente di giocarli tutti e cinque senza lasciar intercorrere troppo tempo tra una partita e l’altra.


The Visual Dead
The Walking Dead riesce ad unire l’utile al dilettevole con uno stile grafico davvero particolare. Da un lato, la bassa mole poligonale a schermo accompagnata da texture un po’ troppo sbavate permette la riproduzione del gioco su praticamente qualsiasi dispositivo; dall’altro lato, lo stile da visual novel qui adottato ricalca alla perfezione lo stile di Kirkman, dando luogo ad una sorta di fumetto interattivo. Non pensiate però che a causa delle penuria grafica il gioco non disponga di inquadrature interessanti ed evocative, tutt’altro, il disegno ispirato a Kirkman lascia spazio a non pochi frames ispirati. Altalenanti sono invece le animazioni, anche facciali, che non sempre donano un tocco di realismo al gioco ma che tutto sommato fanno il loro lavoro. Sufficiente il sonoro ed ottimo il doppiaggio, presente solamente nella lingua inglese.

Gameplay q.b.
Il gameplay, già povero di suo considerato il genere, qui viene completamente ridotto all’osso. The Walking Dead appartiene al filone delle avventure grafiche “new age”, nelle quali non è assolutamente richiesto il lavoro del cervello ed ogni enigma, per quanto tali si possano chiamare, è veramente a prova di idiota. Un gameplay così poco elaborato va –paradossalmente- ad aumentare l’immersività, facendo concentrare il giocatore sulle scelte morali, più che sui veri e propri enigmi. Scartando i più che frequenti QTE, ci sarà solamente da muoversi e cliccare in questo gioco. Nulla di più, nulla di meno.


Pensiero finale

The Walking Dead è un gioco particolare. Non unico, non irripetibile, ma particolare. Esso trascende il concetto di videogioco inteso come intrattenimento ludico e lo porta ad un livello più vicino a quello di una serie tv. Inutile dire che la trama, per quanto oggettivamente magnifica possa essere, varia da persona a persona, da partita a partita, e che quindi non ci può essere un verdetto univoco. Se amate i giochi con una forte componente narrativa, fatevi avanti. The Walking Dead è il gioco che fa per voi.

 Valutazione Finale: 7.5

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