Titan Souls, chi fa da sé fa per tre - Recensione
Come negli altri media, anche nel mondo del videogioco la
linea di separazione tra forte ispirazione e plagio palese è molto sottile.
Negli ultimi anni, infatti, sono innumerevoli i titoli che pescano a piene mani
dai propri compari che hanno avuto più successo, riproponendone in toto il
gameplay con zero innovazione e zero originalità. Tra la miriade di questi cloni
minori solo alcuni sono in grado di ergersi dalla massa e mostrare con fierezza
al mondo un briciolo di personalità: Lords of the Fallen, per esempio, è uno di
questi. E non a caso ho voluto chiamare in causa il prodotto di Deck13;
appartiene al sottogenere dei Souls-like la cui difficoltà è un’antonomasia,
proprio come il gioco di oggi. Titan Souls.
Souls of the Colossus
Souls of the Colossus
Come ho già detto, ci sono poche differenze tra
un’ispirazione e un plagio. A metà tra questi troviamo Titan Souls. Tre
talentuosi amici sotto il nome di AcidNerve hanno dato origine ad un titolo che
prende la maggior parte dei pregi di Dark Souls e di Shadow of the Colossus,
miscelandoli assieme con meticolosità maniacale e riproponendoli in chiave
retrò. La prima delle tante citazioni della saga di Miyazaki la si riscontra
appena dopo aver premuto start nel menù del titolo, scaraventandoci con
violenza in un mondo muto ma elegante. Siamo lì, a controllare un ragazzo (o
ragazza?) in mezzo ad un tripudio acceso di pixel, abbandonati al nostro
destino. Il tutorial che seguirà ci accenna qualcosa sul più che snello
gameplay di base; a nostra disposizione abbiamo un arco incantato ed una
faretra con una singola freccia che una volta scoccata potrà tornare nelle
nostre mani grazie ai poteri dell’arco incantato. Tutto ciò si traduce in dei
controlli risicati all’osso, dove gli unici tasti a nostra disposizione saranno
due: uno per scoccare e ritirare la freccia, l’altro per correre ed effettuare
schivate.
Di norma però, un gameplay così scarno su carta non farebbe gridare al miracolo, tutt’altro, ma ciò che meglio caratterizza meglio questo indie low-cost è il modo in cui il esso grava sul giocatore. Con i pochi controlli a disposizione tutte le battaglie si rifaranno alle pure skill dell’utente, aggirando gli schemi tipici di un Rpg come livelli, statistiche etc. Il pilastro portante sul quale regge l’intera produzione però sono le boss battle. Analogamente a quanto visto in Shadow of the Colossus, le uniche battaglie che potremo affrontare avranno un boss come antagonista, inoltre, a ciò si aggiunge l’estrema difficoltà del titolo che grazierà sia noi che i boss di un solo punto vita. Non aspettatevi scontri rapidi e semplicistici dato che ogni boss vi ruberà una buona manciata di vite prima di lasciarvi intravedere il suo punto debole che, se centrato dalla freccia, lo ucciderà sul colpo. Dulcis in fundo, alle già difficili battaglie si aggiungeranno le interminate corse per le lande di quel mondo a noi sconosciuto in cerca delle stanze dove ci attendono impazienti i boss (affrontabili in qualsiasi ordine, tra l’altro), facendomi tornare in mente le lunghe cavalcate presenti in Shadow of the Colossus.
Sound of the Colossus
Pensiero Finale
Mark Foster, David Fenn e Andrew Gleeson, sotto il nome di AcidNerve hanno dato vita ad un gioco davvero particolare. Pescando i pregi della saga dei Souls e di Shadow of the Colossus, il bizzarro trio dà alla luce Titan Souls, un gioco che vi terrà impegnato per non più di 5 ore, durante le quali si alterneranno momenti di quiete d'esplorazione e momenti iracondi dovuti alle battaglie. Andando a cercare il pelo nell'uovo, l'unica pecca da imputare al gioco è l'esiguo numero di boss da sconfiggere, che si ferma a 19. A ciò però si aggiungono alcune modalità di NewGame+ che imporranno handicap al personaggio, donando un'ulteriore livello di profondità al titolo. Se volete un gioco con un certo livello di sfida, buttatevi su Titan Souls ad occhi chiusi. Ne varrà la spesa.
Di norma però, un gameplay così scarno su carta non farebbe gridare al miracolo, tutt’altro, ma ciò che meglio caratterizza meglio questo indie low-cost è il modo in cui il esso grava sul giocatore. Con i pochi controlli a disposizione tutte le battaglie si rifaranno alle pure skill dell’utente, aggirando gli schemi tipici di un Rpg come livelli, statistiche etc. Il pilastro portante sul quale regge l’intera produzione però sono le boss battle. Analogamente a quanto visto in Shadow of the Colossus, le uniche battaglie che potremo affrontare avranno un boss come antagonista, inoltre, a ciò si aggiunge l’estrema difficoltà del titolo che grazierà sia noi che i boss di un solo punto vita. Non aspettatevi scontri rapidi e semplicistici dato che ogni boss vi ruberà una buona manciata di vite prima di lasciarvi intravedere il suo punto debole che, se centrato dalla freccia, lo ucciderà sul colpo. Dulcis in fundo, alle già difficili battaglie si aggiungeranno le interminate corse per le lande di quel mondo a noi sconosciuto in cerca delle stanze dove ci attendono impazienti i boss (affrontabili in qualsiasi ordine, tra l’altro), facendomi tornare in mente le lunghe cavalcate presenti in Shadow of the Colossus.
Sound of the Colossus
Per quanto concerne la grafica, gli AcidNerve hanno puntato
su uno stile minimal che strizza l’occhio alle produzioni votate al retrò. Con
il suo mondo rigorosamente bidimensionale, fatta eccezione per i modelli dei
boss, Titan Souls non sarà in grado di meravigliarvi con le sue ambientazioni,
che sanno un po’ di già visto, ciononostante svolgono il loro lavoro in modo
semplice ed efficace; templi distrutti, camere sotterranee di vulcani e cime
innevate vi si pareranno davanti con un susseguirsi elegantemente costante.
Ogni ambientazione inoltre gode di un checkpoint che vi segnerà attraverso
simboli illuminati il numero di boss presenti nei dintorni. Concludendo, un lungo
applauso va fatto anche al comparto sonoro che aiuta il giocatore ad immergersi
a 360° nel silenzioso mondo di Titan Souls. Ci tengo ad aggiungere però che le
musiche per quanto sublimi siano non si lasciano apprezzare appieno durante le
boss fight a causa della natura breve degli scontri stessi.
Pensiero Finale
Mark Foster, David Fenn e Andrew Gleeson, sotto il nome di AcidNerve hanno dato vita ad un gioco davvero particolare. Pescando i pregi della saga dei Souls e di Shadow of the Colossus, il bizzarro trio dà alla luce Titan Souls, un gioco che vi terrà impegnato per non più di 5 ore, durante le quali si alterneranno momenti di quiete d'esplorazione e momenti iracondi dovuti alle battaglie. Andando a cercare il pelo nell'uovo, l'unica pecca da imputare al gioco è l'esiguo numero di boss da sconfiggere, che si ferma a 19. A ciò però si aggiungono alcune modalità di NewGame+ che imporranno handicap al personaggio, donando un'ulteriore livello di profondità al titolo. Se volete un gioco con un certo livello di sfida, buttatevi su Titan Souls ad occhi chiusi. Ne varrà la spesa.
Valutazione Complessiva: 7.4


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