Grim Fandango Remastered - Recensione


Genere: Avventura Grafica
Sviluppatore Originale: LucasArts
Publisher: DoubleFine
Piattaforme: PC/Mac/Linux/PS4/
Data di uscita: 27 Gennaio 2015
Provato su PC

Il primo anno di vita delle console “next-gen” è stato ampiamente caratterizzato da remake e remastered. Questa moda di riproporre su nuove piattaforme giochi già presenti sul mercato, è iniziata in sordina con il reboot di Tomb Raider, proseguendo con The Last of Us, il gioco più importante della scorsa generazione, la collection dei Metro (2033 e Last Light), arrivando a chiamare in causa l’intera saga di Halo. Queste riedizioni, pur avendo il loro perché nella minor parte dei casi, confermano il fatto che nessuno sviluppatore era pronto per un arrivo così immediato delle nuove piattaforme di casa Microsoft e Sony. Double Fine non è da meno e sceglie di rimettere sul mercato un titolo che a distanza di 17 anni, è ancora osannato per quel che fu al suo tempo: Grim Fandango.


Quello che mi serve è un santo, un santo ricco e defunto!
Grim Fandango è un’avventura grafica basata sul concetto di aldilà azteco, secondo il quale un’anima deve rimanere nella Terra dei Morti per almeno 4 anni prima di passare al Nono Aldilà, dove l’attende la pace eterna. A seconda di come si è comportata quand’era in vita, l’anima ha diritto a premi speciali che l’aiuteranno a raggiungere il Nono Aldilà e il più agognato è il biglietto per il Numero Nove: un treno direttissimo per la pace eterna al quale hanno diritto solo i più buoni, come santi e suore. Qui entra in gioco il protagonista Manuel Calavera, detto Manny, agente di viaggio per le anime novizie. Un tempo un portento, il numero delle vendite di Manny è calato a picco quando il suo rivale Domino è entrato nell’agenzia. Manny investigherà su questo e incapperà in Mercedes Colomar, una donna che in vita ha fatto solo buone azioni. Mi fermo in quanto sarebbe inutile e crudele proseguire svelandovi altro della trama di Grim Fandango, che rappresenta il nucleo pulsante dell’intera produzione, tutt’oggi godibile anche con i suoi 17 anni. Il gioco è intriso della genialità di Tim Schafer (Monkey Island vi dice niente?), che si rivela ancora una volta bravissimo nel caratterizzare i personaggi, siano essi principali, siano essi secondari; i suoi dialoghi sono come al solito spettacolari, e acquistano una marcia in più in questo titolo perché legati a doppio filo all’ambientazione azteca della Terra dei Morti. Il doppiaggio originale è stato conservato, in italiano al 100%, e questo è uno dei rari, se non rarissimi casi, in cui il doppiaggio italiano è fatto a regola d’arte e riesce ad amalgamarsi perfettamente ai dialoghi. Non è da meno l’accompagnamento musicale, semplicemente fantastico: lo stile cupo e noir della narrativa si fonde con quello spagnoleggiante che pervade la Terra dei Morti, regalando un mix finale di emozioni contrastanti guidati però dall’atmosfera umoristica dettata da Schafer.

La mia falce; mi piace tenerla dove un tempo c’era il mio cuore.
Il gioco è insomma perfetto, senza nessuna pecca. L’occhio più attento avrà però notato che non ho citato minimamente l’aspetto grafico della produzione. Grim Fandango è un titolo del 1998 e, come la maggior parte dei giochi allora, presenta modelli poligonali 3d che si muovono su sfondi 2d prerenderizzati.  Il remastering ha ritoccato solamente le texture dei modelli poligonali (questi ultimi rimasti al 1998, pur se limati da un minimo di anti-aliasing), ora più chiare e dettagliate; ha inserito la luce e le ombre dinamiche, e infine ha aggiunto due odiose bande laterali, utili a nascondere il rateo nativo del titolo, rimasto fermo a 4:3; c’è l’opzione di cambiare rateo e impostarlo nei canonici 16:9, tuttavia si perde la magia in quanto il materiale a schermo viene disteso, ottenendo come risultato lo schiacciamento complessivo dell’immagine. Da segnalare è anche l’assenza del salvataggio automatico che di base non figura come un malus, ma combinato alla presenza di un bug devastante che manda il gioco in freeze, la mancanza del benedetto autosaving si fa sentire. Inoltre, mi sento in dovere di criticare l’assenza di una modalità “indizio” per i neofiti del genere che, data l’elevata difficoltà di alcuni enigmi, non avrebbe affatto guastato.

Pensiero finale
Su Grim Fandango c’è poco da dire. Il gioco è destinato ad essere un cult della storia videoludica. Personaggi, trama, ambientazioni e doppiaggio, sono le sue qualità indiscutibili, rovinate però da un comparto tecnico che di rimasterizzato ha solo il nome.  Il titolo non è destinato alle grandi masse di videogiocatori, ma se siete appassionati di videogiochi, il mio consiglio è quello di prenderlo ad occhi chiusi. Non ve ne pentirete.

Voto gioco originale: 9,0
Voto qualità remastered: 5,0
Consigliato: Assolutamente Sì

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